Fare ricerca… a distanza!

L’improvvisa sospensione delle attività didattiche e l’adozione della modalità della didattica a distanza per diversi mesi, hanno obbligato insegnanti, bambini e ragazzi a mettersi alla prova, sperimentando una nuova e diversa autonomia nell’apprendimento.

Ed è stata una bella sfida anche per noi: come portare avanti il progetto con le scuole chiuse? Come raccontare che si può “fare ricerca” anche a distanza? Ma soprattutto: le priorità del progetto rimangono le stesse?

È necessario tenere viva la curiosità di scoprire, in un momento di distanza dall’ambiente scolastico e di riduzione degli stimoli.

Educare e appassionare alla ricerca senza poter far leva sull’entusiasmo che i collaboratori didattici del nostro team sanno trasmettere di persona, è di certo più difficile. Abbiamo però ritenuto che proprio in questi mesi fosse quanto più che mai utile la nostra attività: è infatti necessario tenere viva la curiosità di scoprire, in un momento di distanza dall’ambiente scolastico e di inevitabile diminuzione degli stimoli verso la conoscenza e la ricerca. Inoltre, vista la maggiore autonomia che è richiesta ai ragazzi nello svolgimento delle attività didattiche, dei compiti, delle tesine e degli elaborati, è particolarmente importante saper raccogliere le informazioni, saperle sintetizzare e comunicare in modo efficace, e riuscire a valutare le fonti che si hanno a disposizione. 

Se fare ricerca è un modo per imparare a imparare, provare a farlo a distanza è cruciale! 

«Ci siamo resi conto che era arrivato il momento di far sperimentare a bambini e ragazzi un altro aspetto della ricerca scientifica, che la tecnologia consente di adottare: il lavoro da remoto e la condivisione della conoscenza. Basti pensare a quante risorse sono state digitalizzate da biblioteche, musei e archivi e messe a disposizione in questi mesi di lockdown perché la ricerca potesse andare avanti!» dice Marta Pavan, responsabile del progetto.

Un’occasione per far sperimentare a bambini e ragazzi il lavoro di ricerca scientifica da remoto e la condivisione della conoscenza.

«Abbiamo provato a trasferire online i piccoli progetti di ricerca che i bambini e i ragazzi svolgono di solito in presenza, appoggiandoci alle piattaforme usate dalle scuole o potenziando le riflessioni sul come lavorare in gruppo su documenti condivisi online o come presentare una ricerca in un piccolo webinar!».

Oltre alle 10 videopillole in cui i collaboratori cercano di fornire gli elementi teorici di base per lo svolgimento di una ricerca, è previsto anche un confronto diretto con i ragazzi, in tre momenti live. L’obiettivo è quello di mantenere la parte più creativa del progetto: far portare avanti dei piccoli lavori di ricerca in maniera autonoma a bambini e ragazzi, in piccoli gruppi, dedicando un ampio spazio al confronto e all’approfondimento con gli altri compagni! 


Ti interessa sperimentare il progetto con una tua classe? Scrivici a [email protected]!


 

Precedente “Fare ricerca” su un tema multidisciplinare – intervista al prof. Rudi Gobbo Successivo In presenza prima e online dopo: due modalità per il progetto "Fare Ricerca". L'intervista alla maestra Valentina